Sono stato fortunato. I miei hanno sempre pensato che viaggiare fosse un valore, un investimento culturale, un’apertura mentale … insomma, una di quelle poche cose per cui VERAMENTE valesse la pena spendere dei soldi. Per cui, sin da piccoli – io e mia sorella – siamo stati scarrozzati in lungo ed in largo per l’Italia e l’Europa. Ora che sono grandicello, varco anche i confini del vecchio continente.
E ogniqualvolta ci si apprestava al ritorno, mio padre la piazzava lì: “Appena torno, mi devo fa’ na’ grande pasta e fagioli“, suo piatto d’elezione. Ma del resto chi, dopo magari 3 o 4 settimane fuori dall’Italico territorio non ha fantasticato sul primo pranzo o cena del rientro.
Beh, ecco il mio Menù del ritorno:
- Spaghetti al pomodoro fresco, con basilico, parmigiano e pepe
immagine: lucatrevisan.com
- Prosciutto di Parma e mozzarella di bufala (di Aversa, ovvio)
- Babà (solo se mi trovo a Napoli)
immagine: profumodilievito.blogspot.com
- Acqua Ferrarelle (di cui sono drogato)
Certo, sarebbe carino sapere le voglie, al ritorno a casa, di chi legge questo post … si potrebbe farne una mappa gastro-emozionale – del resto ci si rifugia in un comfort-food – del MENU’ DEL RITORNO.
Per i curiosoni, sono reduce da una vacanza in barca a vela in Corsica, durante la quale sono stati generati anche un paio di piatti – da veri marinai … soon only on this blog !!!!